Dal sito gesuiti.it
Il voto di castità
Per parlare in modo corretto del voto di castità è bene iniziare definendo la dimensione affettivo-sociale. Essa è legata alle differenze fisiche uomo-donna. La dimensione affettivo-sociale, o sessualità, coinvolge tutto il sentire e l’essere della persona: si è uomini/donne in ogni fibra di sé.L’uomo è sessuato a tre livelli:
- Livello fisiologico. L’uomo e la donna hanno fisicità diverse (a livello cromosomico, nella struttura fisica interna ed esterna, …). La differenza sessuale si manifesta in modo evidente: impulsi fisiologici, attrazione fisica, eccitamento, bisogno di contatto, desiderio fisico di vicinanza e di tenerezza. Il nostro corpo sente, reagisce, prova attrazione e desiderio. L’eccitabilità sessuale è presente in tutti, è innata e, in questo, non è né buona né cattiva.
- Livello psicosociale. La dimensione affettiva è connessa ad un bisogno di vivere e di sviluppare una relazione complementare. La persona ricerca condivisione, amicizia, accettazione e cura, tutto per complementarsi. Le differenze fisiche tra uomo e donna si ripercuotono a livello psichico: la donna è più emotiva mentre l’uomo è più autonomo e razionale. Queste diversità portano a ricercare il benessere di una relazione di complementarietà.
- Livello razional-spirituale. A questo livello la persona decide quale orientamento dare alla propria sessualità. Si dice che l’organo sessuale principale dell’uomo è il cervello. L’uomo decide in base al progetto di vita, ai suoi valori come ordinare la dimensione sessuale: solo al livello fisiologico (genitalità), o al livello psicosociale (complementarietà), oppure a questo terzo livello che riassume ed integra i due livelli precedenti. In questo caso la sessualità è una realtà vissuta come valore totalizzante; il rischio è considerarla solo come differenza fisica con impulsi fisiologici che richiedono di essere finalizzati (genitalità fine a se stessa) o come ricerca di relazioni che mi completano (spontaneità). D’altra parte non è solo realtà spirituale, ma anche fisica e razionale, con il livello razional-spirituale che integra e completa tutti gli altri.
Che senso ha la sessualità? Nella sessualità è inscritto il dato fondamentale dell’esistenza umana: siamo fatti per il dono di noi stessi ad un altro – questa è la vocazione fondamentale dell’uomo -, la persona umana è impensabile isolatamente, è una sponsalità che si esprime a tutti e tre i livelli.
Vediamo ora alcuni concetti legati alla sessualità…
Per genitalità si intende quell’aspetto della sessualità legato alla fisicità. Non è fine a se stessa ma è un modo per esprimere una comunione interiore.
La continenza è l’astensione dall’uso della genitalità. Può essere totale o periodica e può avere significato positivo o negativo a seconda delle motivazioni alla base; ad esempio si può essere continenti senza essere casti. La continenza è autentica se finalizzata a valori, è invece sterile se finalizzata a se stessa (es. la paura dell’altro sesso, di esserne contaminati). E’ presente e necessaria in ogni stato di vita perché è modo per dominare gli istinti sessuali ed egoistici. Nel celibe la continenza è orientata e motivata dal valore della castità, nello sposato è orientata al dono di sé all’altra persona (valore coniugale).
La castità è la virtù morale che regola l’uso della sessualità secondo lo stato di vita della persona; nasce dall’amore e tende al dono di sé.
La verginità è la castità specifica di chi si consacra a Dio nel celibato. Non è principalmente rinuncia all’attività sessuale, è dono di sé a Cristo, è un modo di amare. Secondo la “Familiaris Consortio” al paragrafo 37, la verginità e la “forma suprema di quel dono di sé che costituisce il senso stesso della sessualità umana”.
Da quest’ultima definizione emerge chiaramente che il voto di castità consiste nell’amare Dio e gli altri in un certo modo.
Passiamo ad affrontare la funzione oggettiva e reale che il bisogno affettivo-sociale ha all’interno dell’uomo. La sessualità è un bisogno e quindi è una tendenza innata che deriva da un vuoto (deficit); ma non solo: è anche energia positiva, tensione di crescita (potenzialità). All’origine del bisogno c’è quindi un’ambivalenza che le toglie ogni carattere assoluto: non è solo deficit, né solo potenzialità.
- Deficit – E’ ritenere la sessualità un vuoto da riempire, un’esigenza da placare, una tensione da eliminare. Segue la logica della compensazione. Come conseguenza si è portati a leggere in modo vendicativo il proprio passato (“non sono stato amato abbastanza…”) e ci si orienta al futuro in modo non sano (“… allora devo, ho diritto a ricevere.”). Gli altri diventano strumenti, oggetti per riempire la mia mancanza (legami di dipendenza, di gelosia, di manipolazione). Crea nella persona l’incapacità di autotrascendersi e di innamorarsi, per cui la persona non è capace e disposta ad investire sull’altro le proprie energie affettive. Porta alla logica schiavizzante del “vuoto affettivo da riempire”: questa logica è illusione perché in realtà il vuoto, una volta soddisfatto, non si placa e vuole sempre di più. In sintesi, è quella tendenza unidirezionale a ricevere.
- Potenzialità – E’ tendenza alla crescita. Porta ad una lettura grata e realistica della vita come ricevuta e, in forza di ciò, ad un impegno verso il futuro come compito da realizzare. L’altro è un valore in sé (non per me). La persona è capace di autotrascendersi ed è disposta ad innamorarsi. Le relazioni sono vissute non come logica schiavizzante del vuoto da riempire ma come dono di sé. In sintesi è centrata sulla tendenza della persona a dare.
Nell’uomo la sessualità è sia deficit che potenzialità. La persona matura arriva ad integrare questi due aspetti mentre tutti e due gli estremismi sono segno di immaturità. La persona matura ha la consapevolezza che il bisogno affettivo-sociale deve stimolarla ad aprirsi anche all’altro e, d’altra parte, la tendenza al dono di sé non è l’unica esigenza ma c’è anche quella di ricevere: non è maturo chi solo riceve ma neanche chi solo da’.
Questa integrazione è funzione oggettiva calata nella soggettività di ciascuno. E qui sorgono i problemi: alcune persone vivono una logica egocentrica ed autocentrante secondo dinamiche compensatorie, altre vivono un dare compulsivo con la paura del ricevere e del coinvolgimento.
Secondo la teoria dello sviluppo, lo sviluppo della persona umana passa da una fase di dipendenza (infanzia) ad una fase di autonomia difensiva (adolescenza) e quindi ad una fase di interdipendenza (maturità). Le dinamiche affettive ed i problemi derivano da un mancato o non totale raggiungimento della fase di interdipendenza.
Simbolicità della sessualità
Vivere la sessualità solo come tendenza a ricevere significa considerarla come regressione. A partire da questo simbolo regressivo io costruisco tutte le relazioni che ne risultano così segnate: si tratterà di un amore curvo, ripiegato.Se invece vivo la sessualità in modo integrato (progressione), allora il simbolo è progressivo e stabilisco relazioni mature di dare e di ricevere: sarà un amore oblativo.
Le persone fissate ad una dipendenza infantile difficilmente vivono in modo autentico un voto di castità. Alcuni segni di questa dipendenza infantile posso individuarsi in:
- incapacità a rinunciare ad un piacere immediato in vista di un bene più ampio da raggiungere più tardi (non c’è tensione di rinuncia),
- sofferenza, che diventa lamentela, per non sentirsi amati come si vorrebbe,
- sentimento di abbandono che diventa senso di inferiorità (profonda insicurezza, sfiducia e disprezzo),
- bisogno di dipendere da una persona forte (es. nella comunità si cerca l’appoggio dagli altri e si creano relazioni invischiate; si cercano le persone con cui si sta meglio e si crea un gruppetto, si vive un’amicizia in modo difensivo, discriminante, contro l’Amore di Dio e degli altri).
Le persone fissate alla fase adolescenziale:
- faticano a stare con gli altri (anticonformismo, sono poco propensi a comunicare),
- sono insofferenti a regole ed orari,
- sono fredde, incapaci di lasciarsi “toccare” dagli altri,
- sono troppo autonome (dietro quest’autonomia può esserci una grande paura di dipendere, perdendo così la propria libertà),
- non permettono di essere avvicinati.
Le persone mature:
- sanno stabilire calde relazioni affettive, ma anche mantenere una sana distanza,
- sanno dipendere, ma sono anche autonome, sanno stare da sole
- manifestano tenerezza ed amore senza voler possedere o invadere l’altro
Plasticità della sessualità
Per quanto riguarda le immaturità, la sessualità è un’area plastica, può servire a nascondere bisogni e motivazioni molto diverse, che poco hanno a che fare con il sesso. Si hanno due fenomeni:Immaturità nell’area sessuale possono manifestarsi in comportamenti non sessuali (es. la persona esibizionista, seduttiva, che tende a manipolare gli altri).
Al contrario, comportamenti sessuali possono avere radici non sessuali (es. alla base della masturbazione molto spesso non c’è un bisogno di pratiche sessuali, ma un bisogno affettivo: aggressività, paura, rabbia; spesso sotto dinamiche omosessuali c’è mancanza di identità).
La sana maturazione affettiva spesso può essere ostacolata da motivazioni subconsce che sono presenti, a volte, in una scelta di celibato (soprattutto agli inizi del cammino della vita consacrata). Sono esempi di questo la scelta del celibato per paura di una relazione intima e coinvolgente o per timore della sessualità o ancora come fuga dalla responsabilità di un amore “per sempre”, o per la non accettazione della propria mascolinità/femminilità.
Alcuni mezzi per crescere nell’amore oblativo, l’amore-dono, dono totale di sé sono:
- conoscere e riconoscere le proprie caratteristiche e debolezze (conoscersi non significa eliminare i problemi, ma è prendere nei loro confronti una posizione personale e libera per farli diventare un proprio punto di forza)
- la capacità di rinuncia. La richiesta è molto costosa, non è solo resistere alla tentazione non mettendosi in situazioni pericolose, è dire un ‘no’ in forza di un ‘sì’. Si tratta di scegliere un amore più grande che implica un ‘no’ ad un amore umano esclusivo. Nella vita consacrata questo ‘sì’ chiede di essere quotidianamente rimotivato, occorre ogni giorno riorientare il cuore, la mente e la volontà
- l’ascesi e la disciplina. La rinuncia è una capacità che richiede allenamento. Si tratta di imparare a scegliere il bene, a discernere i desideri, ad incanalare gli affetti (“discepolo” è colui che impara). Il desiderio può essere e va educato
- la preghiera. Scegliere Cristo ed il suo amore è una relazione da coltivare, è una preghiera unificante, che dal concreto della propria vita va’ a Cristo dove trova senso e, al contrario, parte dalla meditazione della Parola di Dio e si incarna nella persona. E’ sintesi della propria vita con la vita di Cristo
- l’amicizia, la vita comunitaria e la vita apostolica. Sono le tre palestre in cui si esercita l’amore oblativo. “Con quale priorità devo amare Dio e gli altri?” è un falso dilemma: la vera soluzione è amore di Dio nell’uomo e dell’uomo in Dio, in modo simultaneo e convergente (è molto difficile, c’è sempre la tentazione di considerare scollati questi due aspetti). Dunque non vuol dire suddividere bene il proprio tempo, ma occorre unificare la propria vita nel desiderio di Dio.
Il vergine è colui che vuole una sola cosa: Cristo Gesù. Allora dagli amori risale all’Amore e viceversa. Il voto di castità è per eccellenza il voto del già e del non ancora: l’oggetto deve ancora venire oppure è già venuto ma lo si aspetta ancora e quindi, essendo in entrambi i casi inappagato, ha un costo, si fa sentire. La solitudine, la fatica, le tentazioni ci sono e di essere bisogna rendere conto (non ancora). D’altra parte il vergine riesce a stabilire relazioni diventando padre/fratello delle persone che ha accanto e quindi trova appagamento (già).