Non sarà l'abolizione del celibato obbligatorio a lenire la penuria di vocazioni
Se la Chiesa cattolica piange, la Chiesa evangelica non ride, quanto a penuria di vocazioni. In Germania l’associazione delle pastore e dei pastori protestanti ha dedicato l’ultima sua sessione annuale ad esaminare il declino. E lì nessuno, ovviamente, ha recriminato contro il vincolo del celibato, che tra loro non c’è.
Sta di fatto che, sposati o no, maschi o femmine che siano, anche tra i protestanti tedeschi sono sempre meno quelli che vogliono fare i pastori. Per sopperire ai vuoti, la Chiesa evangelica di Germania ha deciso di ridurre entro il 2030 il numero dei “posti pastorali”, l’equivalente delle parrocchie nella Chiesa cattolica: dagli attuali 21 mila a 16 mila 500. Perché già oggi molti di tali posti sono vacanti. Nella Baviera, uno su quattro posti sono senza pastore. E così nell’Hesse-Nassau e nella Renania-Palatinato.
Nel semestre invernale 1992-93 erano 7.800 gli studenti in teologia protestante. Nel semestre invernale 2011-2012 solo 2.400. Vent’anni fa si contavano 786 nuove iscrizioni, l’anno scorso meno della metà, 372.
Nel Palatinato, le pastore e i pastori in procinto di andare in pensione sono 226. E i rincalzi che potrebbero prenderne la successione sono solo 54.
Tra le giovani reclute, inoltre, ci sono presenze che preoccupano i leader della Chiesa evangelica tedesca. In alcune università tra gli aspiranti pastori vi sono sempre più evangelici fondamentalisti, che hanno scarso interesse per gli studi e per la cura pastorale e si dedicano piuttosto a percorsi di salvezza personale in piccoli gruppi di eletti.