Critica dell’adagio “il prete è un uomo come tutti gli altri”(Iota
unum)
Ma la confusione teologica è diventata un luogo comune della
opinione popolare , causa in parte e in parte effetto delle dotrine di taluni
autori molto diffusi. Questa opinione tiene che il “prete è un uomo come tutti
gli altri .
L’asserto è superficiale e falso tanto in linea teologica quanto in
linea storica . In linea teologica , perchè urta contro il dogma del
sacramento dell’ordine che alcuni cristiani ricevono e altri no ,
differenziandoli ontologicamente e , per conseguenza , funzionalmente . In
linea storica , nella comunità civile non tutti gli uomini sono eguali , tranne
che nell’essenza quando la si riguardi in astratto e non in concreto dove essa
trovasi differenziata . Dire : il prete è un uomo come tutti gli altri (non
preti) è altrettanto anzi molto più falso che dire : il medico è un uomo come
tutti gli altri ( non medici) .
No , non è un uomo come tutti gli altri , è un uomo-prete . Non tutti sono uomini-preti
come non tutti sono uomini-medici.
Basta badare a quel che la gente fa , per accorgersi che
tutti fanno differenza tra un medico e un non medico , tra un prete e un non
prete . In qualche frangente chiamano il medico , in qualche altro il prete .
I neoterici fissandosi sull’identità astratta della natura
umana rigettano il carattere soprannaturale speciale che il sacerdozio
introduce nella specie umana e per il quale il prete è separato.
Da questo errore discendono i corollari più pratici e più
appariscenti .
Il prete deve oggi applicarsi al lavoro manuale , perche
soltanto nel lavoro può compiere la propria individuale destinazione e inoltre
prendere conoscenza dell’uana realtà in cui leggere il disegno di Dio sul
mondo.
Qui si prende il lavoro come fine dell’uomo o condizione
sine qua non del fine , abbassando la contemplazione e il patimento sotto la
produttività utilistica . Il sacerdote inoltre , essendo un uomo come tutti gli
altri , rivendicherà il diritto al matrimonio , alla libertà del vestito , alla
partecipazione attiva alle lotte sociali e politiche ; così entrerà nella lotta
rivoluzionaria che prende il fratello , sia pure ingiusto , come un nemico contro
cui lottare .
Che il prete sia segregato dal mondo è lamento infondato .
In primo luogo perchè egli è separato , come il Cristo separò gli apostoli suoi
, proprio per essere mandato nel mondo . E il plus che l’ordinazione
sacramentale mette nell’uomo separato era fino ai tempi recenti così noto a
tutti che fin le locuzioni popolari , in lingua e in vernacolo , lo attestano .
Distinguono infatti l’uomo sacerdote dal suo sacerdozio e si
guardano dall’offendere il sacerdote anche quando vogliono offendere l’uomo e
tengono separato l’uomo dalla veste e da quello che egli ministra , il sacro
appunto.
In secondo luogo la separazione del clero dal mondo nel senso lamentato dai
neoterici non trova nessun suffragio nella storia.
Tanto il clero detto secolare quanto quello regolare sono
separati dal mondo ma dentro il mondo . E a provare vittoriosamente che quella
separazione dal mondo non rende il clero estraneo al mondo basta il fatto che
proprio il clero regolare , cioè quello più separato dal secolo , l’uomo del
chiostro , è quello che più potentemente operò l’influenza religiosa non solo ,
ma l’influenza civile nel mondo.
Informò la civiltà per secoli , anzi addirittura la partorì
, avendo nel suo grembo originato le forme della cultura e del vivere civile ,
dall’agricoltura alla poesia , dall’architettura alla filosofia , dalla musica
alla teologia .
Per riprendere l’immagine abusata e collocarla nel suo
significato legittimo , il clero è il femento che lievita la pasta ma non però
si fa pasta . Anche secondo i chimici gli enzimi contengono un principio
antagonistico verso la sostanza che fanno fermentare