Articoli , pensieri e riflessioni sul celibato sacerdotale (o celibato ecclesiastico) e sulla castità come consiglio evangelico.
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martedì 20 agosto 2013

Romano Amerio , Il prete non è un uomo come tutti gli altri



Critica dell’adagio “il prete è un uomo come tutti gli altri”(Iota unum)

Ma la confusione teologica è diventata un luogo comune della opinione popolare , causa in parte e in parte effetto delle dotrine di taluni autori molto diffusi. Questa opinione tiene che il “prete è un uomo come tutti gli altri .
 L’asserto è superficiale e falso tanto in linea teologica quanto in linea storica . In linea teologica , perchè urta contro il dogma del sacramento dell’ordine che alcuni cristiani ricevono e altri no , differenziandoli ontologicamente e , per conseguenza , funzionalmente . In linea storica , nella comunità civile non tutti gli uomini sono eguali , tranne che nell’essenza quando la si riguardi in astratto e non in concreto dove essa trovasi differenziata . Dire : il prete è un uomo come tutti gli altri (non preti) è altrettanto anzi molto più falso che dire : il medico è un uomo come tutti gli altri ( non medici) .
No , non è un uomo come tutti gli altri , è un uomo-prete . Non tutti sono uomini-preti come non tutti sono uomini-medici.
Basta badare a quel che la gente fa , per accorgersi che tutti fanno differenza tra un medico e un non medico , tra un prete e un non prete . In qualche frangente chiamano il medico , in qualche altro il prete .
I neoterici fissandosi sull’identità astratta della natura umana rigettano il carattere soprannaturale speciale che il sacerdozio introduce nella specie umana e per il quale il prete è separato.

Da questo errore discendono i corollari più pratici e più appariscenti .
Il prete deve oggi applicarsi al lavoro manuale , perche soltanto nel lavoro può compiere la propria individuale destinazione e inoltre prendere conoscenza dell’uana realtà in cui leggere il disegno di Dio sul mondo.
Qui si prende il lavoro come fine dell’uomo o condizione sine qua non del fine , abbassando la contemplazione e il patimento sotto la produttività utilistica . Il sacerdote inoltre , essendo un uomo come tutti gli altri , rivendicherà il diritto al matrimonio , alla libertà del vestito , alla partecipazione attiva alle lotte sociali e politiche ; così entrerà nella lotta rivoluzionaria che prende il fratello , sia pure ingiusto , come un nemico contro cui lottare .

Che il prete sia segregato dal mondo è lamento infondato . In primo luogo perchè egli è separato , come il Cristo separò gli apostoli suoi , proprio per essere mandato nel mondo . E il plus che l’ordinazione sacramentale mette nell’uomo separato era fino ai tempi recenti così noto a tutti che fin le locuzioni popolari , in lingua e in vernacolo , lo attestano .
Distinguono infatti l’uomo sacerdote dal suo sacerdozio e si guardano dall’offendere il sacerdote anche quando vogliono offendere l’uomo e tengono separato l’uomo dalla veste e da quello che egli ministra , il sacro appunto.
In secondo luogo la separazione  del clero dal mondo nel senso lamentato dai neoterici non trova nessun suffragio nella storia.
Tanto il clero detto secolare quanto quello regolare sono separati dal mondo ma dentro il mondo . E a provare vittoriosamente che quella separazione dal mondo non rende il clero estraneo al mondo basta il fatto che proprio il clero regolare , cioè quello più separato dal secolo , l’uomo del chiostro , è quello che più potentemente operò l’influenza religiosa non solo , ma l’influenza civile nel mondo.
Informò la civiltà per secoli , anzi addirittura la partorì , avendo nel suo grembo originato le forme della cultura e del vivere civile , dall’agricoltura alla poesia , dall’architettura alla filosofia , dalla musica alla teologia .
Per riprendere l’immagine abusata e collocarla nel suo significato legittimo , il clero è il femento che lievita la pasta ma non però si fa pasta . Anche secondo i chimici gli enzimi contengono un principio antagonistico verso la sostanza che fanno fermentare